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martedì 25 gennaio 2011

Festa di compleanno

Un altro sei Agosto e come tutti gli altri degli anni passati da quando era nata era il suo compleanno che si riduceva spesso a una piccola festicciola domestica con la torta fatta dalla mamma e qualche bibita con i pochi bambini del vicinato.
Le scuole chiuse facevano perdere di vista le compagne di sempre e molti preferivano andare al mare in quelle calde giornate d'agosto piuttosto che festeggiare il suo compleanno.
Facendosi grande le cose non migliorarono, anzi peggiorarono e cominciò ad associare quella festa a una brutta ricorrenza: la bomba di Hiroshima.
Cosa c'era quindi da festeggiare in quel giorno: la distruzione dell'uomo per mano dell'uomo? Con questa ricorrenza in testa e le poche amiche disponibili, non festeggiò più se non in famiglia con la solita torta fatta dalla mamma che almeno era buonissima.
Quell'anno però non era come gli altri anni. Caspita, compiva diciottanni e doveva essere diverso, memorabile, legato anche al ricordo di una bella festa.
Simona aveva quindi chiesto ai genitori di organizzare la sua festa in casa, come si usava allora, invitando i suoi amici e i genitori ne furono ben lieti.
Invitare le amiche non era un problema e tra loro ne avevano già parlato ma erano tutte senza ragazzo e una festa senza ragazzi non era una bella festa!
Passeggiando con Mara esternò questa preoccupazione:
- Come si fa con i ragazzi? Abbiamo tutte rotto con i nostri ex e i ragazzi della band che frequentiamo sono fuori. Come si fa?
- Ehm sì... è un problema!
Mara rimase un attimo pensierosa e poi esclamò:
- Come ho fatto a non pensarci... conosco alcuni ragazzi che potrebbero venire. Ci penso io. Stasera ti telefono e ti faccio sapere.
Simona aveva appena finito di cenare quando Mara telefonò.
- Tutto a posto. Per la tua festa avremo i ragazzi!
- Evviva - Esclamò Simona.
Chiacchierarono un po’ e poi si salutarono.
Arrivò il giorno della festa. La mamma aveva preparato la torta e dolcetti vari. Tutto era pronto: la tavola apparecchiata con la tovaglia delle ricorrenze e Simona che per l'occasione indossava un bell'abito di raso verde, era radiosa ed eccitata.
Erano già arrivate tutte le ragazze quando giunse Mara che con espressione dispiaciuta disse:
- Simona, mi dispiace, ma quei ragazzi... ci hanno dato buca.
- Avevano assicurato che sarebbero venuti! - quasi piagnucolò Simona.
- Hanno telefonato e hanno blaterato di un impegno, di un problema ... aggiunse Mara - e poi guarda ero così furibonda, che quando ho compreso che non sarebbero venuti, non ho capito nemmeno quale fosse il motivo di cui stavano parlando... chiaramente una scusa.
Simona, delusa, quasi si accasciò sul divano e con gli occhi lucidi disse quasi rivolta a se stessa:
- anche i miei diciottani senza il ricordo di una festa!
A vederla così Mara disse:
- Non ti preoccupare. Ora esco e ci penso io. Vedrai che l'avrai la tua festa!
- Ma dove vai? Non puoi mica invitare i primi sconosciuti che incontri?
- Troverò qualcuno!
- Non troverai nessuno in giro con questo caldo; sono tutti al mare!
- Stai tranquilla, ci pensò io - ripeté e uscì in fretta
Fuori, Mara non si sentì poi così sicura come aveva mostrato a Simona e alle altre ragazze. Nel quartiere, non c'era nessuno come aveva detto Simona.
Si fece tutto il viale nei due sensi e i pochi che vide non le ispirarono fiducia.
Scoraggiata, stava già tornando indietro, quando, quasi come apparsi dal nulla, vide un gruppo di ragazzi che venivano in senso inverso al suo percorso. Li osservò e le ispirarono senza una spiegazione razionale, fiducia e simpatia.
Li fermò e disse loro:
- Vedo che non avete niente da fare in questa calda domenica di agosto!
Sul volto dei ragazzi era palese un punto interrogativo.
Mara, per non perdere coraggio, continuò:
Vi andrebbe di venire a una festa?
- Una festa? - risposero in coro i ragazzi.
- Sì, una festa di compleanno!
- Ma non conosciamo nessuno! E di chi è la festa?
- La festa è di una mia amica e non è vero che non conoscete nessuno. Conoscete me. Mi chiamo Mara.
A quel punto anche i ragazzi si presentarono. Uno sguardo d'intesa passò fra loro e in coro dissero:
- Perché no? Dobbiamo, però, comprare un regalo.
- Non ce ne bisogno - rispose Mara - sarete già voi il regalo.
- E' assolutamente doveroso portare un piccolo pensiero, anche se non conosciamo questa tua amica.
Senza aggiungere altro entrarono in un bar e ne uscirono con una scatola di cioccolatini con sopra anche un piccolo peluche.
Nel frattempo le altre amiche tentavano di consolare Simona sempre più delusa.
- Dai, non te la prendere. Che ci frega dei ragazzi! Festeggiamo da sole e mangiamo di più.
Non passò molto tempo che suonò alla porta. La mamma andò ad aprire e chiamò:
- Simona vieni!! - quasi gridò la mamma.
Incredibile Mara era riuscita a trovare cinque o sei ragazzi che rivolgendosi a Simona le dissero in coro:
- AUGURIIIII! - Porgendole il piccolo regalo.

Mirella Pieroni

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